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domenica 17 giugno 2012

Il Presidente del Consiglio ed i "poteri forti"


Le dichiarazione del nostro Presidente del Consiglio di essere succube dei cosiddetti "poteri forti" mi lascia perplesso. Se un Presidente del Consiglio di qualunque Stato è succube di qualcuno o di qualche organizzazione la cui costituzione si richiama ai "poteri forti" farebbe bene a dimettersi.

Certamente il nostro Presidente del Consiglio saprà che tutti i maldestri tentativi di stabilizzare una qualsiasi economia attraverso la stretta monetaria e fiscale sostenuta magari da ingenti prestiti, non riescono da soli ad arrestare la spirale negativa dell'economia: la storia ne ha dato ampia dimostrazione.

E' opportuno ricordare che nel dicembre del 2001, il governo argentino non potendo più pagare i mutui che contraeva con la FMI dichiarò il default sul suo debito e dopo poche settimane abbandonò l'ancoraggio della valuta al dollaro. Qualche mese fa l'Argentina ha nazionalizzato la compagnia petrolifera “YPF”, la cui maggioranza del capitale era detenuta dalla società petrolifera spagnola “Repsol”.

Sono seguite reazioni indignate da tutto il mondo, specialmente da quei settori che amano politiche economiche neo-liberiste che, se perseguite, porteranno alla distruzione di uno Stato dopo l'altro; a sostegno della scelta del governo argentino di nazionalizzare la compagnia petrolifera “YPF” esistono delle solide ragioni: la sopravvivenza di uno Stato.

In un contesto di grave crisi economica come quella che stiamo attraversando dove tutto dipende da un famigerato numero di "spread" e dove la politica ha lasciato il passo all'economia, occorre che la Politica prenda il sopravvento con nuove elezioni e, quando gli interessi di una qualsiasi impresa privata o di un gruppo di cosiddetti "poteri forti" e quelli della maggioranza della popolazione divergono considerevolmente e il settore è diventato essenziale per attuare politiche economiche fondamentali per la salvezza di uno Stato, il Governo che esce eletto dalle urne e quindi legittimato dal popolo non ha altra scelta che nazionalizzare settori strategici dell'economia, compreso anche quello delle banche e laddove si annidano i "poteri forti", a ridurre fortemente tutti gli sprechi e ad investire sui servizi sociali per favorire l'occupazione.

Riflettiamo.

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