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martedì 21 agosto 2012

Ha senso oggi parlare di Prometeo ?


Prometeo, il nome (pre-veggente) già ne indica la dote principale. Prometeo previde la sconfitta dei Titani e preferì schierarsi dalla parte di Zeus. Egli, che era il più intelligente dei Titani, aveva assistito alla nascita di Atena dalla testa di Zeus e la dea stessa gli insegnò l'architettura, l'astronomia, la matematica, la medicina, l'arte di lavorare i metalli, l'arte della navigazione e altro ancora e che egli poi, a sua volta, insegnò ai mortali con lo scopo di elevare gli uomini avvicinando la loro essenza a quella degli Dei.

Ma Zeus, che era intento a distruggere il genere umano, s’irritò nel vedere gli uomini diventare sempre più esperti e potenti, perché vedeva nell’affrancamento degli umani una minaccia al suo potere. Prometeo, quindi, assurge a salvatore degli uomini, sottrae agli dei il fuoco, elemento strutturale di civiltà ma Zeus decide di punirlo e di infliggergli un atroce calvario: lo fa incatenare nudo sulla vetta più alta del Caucaso, condannandolo a soffrire il freddo e la fame che aveva voluto risparmiare ai mortali. Ogni giorno un enorme avvoltoio viene a cibarsi del suo immortale fegato che ogni notte si rigenera.

Chi di noi non si sente vicino al benefattore dell’umanità che paga di persona per il bene degli uomini fragili e bisognosi e che non rinuncia, nel calvario eterno, ad un atteggiamento di sfida ? La posizione assunta da Prometeo, è certamente una posizione di eroica dignità di fronte al destino. Nessuno di noi può evitare la fragilità, il dolore, la morte. Tutti ne siamo esposti e, sotto certi aspetti, condannati. Il mito di Prometeo attraversa l’esistenza dell’intera umanità, ma ha ancora senso oggi, nelle attuali moderne società pervase da avanzata tecnologia, parlare di Prometeo e della sua compassione per gli uomini come dallo stesso perseguita ?

Riflettiamo.